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Una nuova gravidanza, la terza; un bimbo in arrivo: sfortunato, perché bussa alla porta di due affannati genitori, che ora non sono disposti a passare notti in bianco, a incontrare pediatri e preparare pappe, giochi e spazi su misura... E dunque la decisione - di comune accordo - di acconsentire alla interruzione volontaria di gravidanza (IVG). "Fondamentalmente si è trattato di un atto (il mio) di profondo egoismo", racconta con impietosa sincerità la donna, protagonista di questa storia. E ci consegna pagine di riflessione, un sospiro che nasce dalla meditazione delle sue sofferenze, trasformata nel canto sensibile del ricordo. Non giustifica l'errore; esso non si può cancellare. Lei sembra invitarci a non aggiungere all'errore commesso quello di ferirsi. Sarà l'esperienza del vero pentimento e della vergogna che potrà impedire il ripetersi di sbagli e provocare il risveglio di una nuova conoscenza di sé e fiducia in sé.